“Non chiamarlo amore” Michele Masti 10×10
con cornice 25×25 acrilico su tela 2025
Questa opera è un grido silenzioso contro la violenza sulle donne.
L’occhio, specchio dell’anima, versa una lacrima d’oro: è l’amore incondizionato di una madre, una figlia, una sorella, una nonna, una moglie, un’amante.
Un amore puro, fragile e prezioso, che viene violato.
Dopo la violenza, quella lacrima muta. Non brilla più. Si trasforma in rosso, come sangue.
È il dolore che nasce là dove l’amore avrebbe dovuto proteggere.
La lacrima esce dal quadro, rompe i confini dell’opera, perché la violenza non resta confinata: invade ogni cosa.
Invade i corpi, le menti, le famiglie, la società.
Questo occhio ci guarda e ci interroga.
Non chiamarlo amore.
Non lo è. Non lo sarà mai.